La Cultura
I Dominicani hanno la reputazione di essere tra le persone più socievoli che si possano incontrare. Ogni loro azione esprime passione: la velocità con cui parlano, il modo in cui si vestono, l’amore per la danza, l’affinità verso gli altri esseri umani, siano essi dei vicini di casa o dei visitatori. La loro esplosiva energia potrebbe essere spiegata dal mix di radici taino, africane ed europee, ma anche le comunità asiatiche e mediorientali hanno influenzato e arricchito la cultura della Repubblica Dominicana fin dal XIX secolo, trasformando la popolazione in un affascinante crogiolo di etnie. Le diverse influenze culturali sono identificabili nel cibo, nella musica, nelle feste e nelle usanze delle varie regioni.
IMMIGRAZIONE
La natura socievole dei Dominicani e gli eventi storici hanno favorito l’insediamento di numerose comunità di migranti, che si sono mescolati al tessuto culturale del paese. Alcuni sono arrivati in tempi recenti, altri nei secoli XIX e XX.
A Sosúa vive una comunità ebraica composta da circa 600 persone, arrivate tra il 1940 e il 1945 grazie ai visti concessi dal governo dominicano, per sfuggire alle persecuzioni naziste durante il conflitto mondiale. Il museo ebraico di Sosúa commemora il loro viaggio e i loro contributi alle industrie della carne e del latte fiorite lungo la costa settentrionale.
A San Pedro de Macorís, nella regione sud-orientale, vivono i Cocolos, di origine africana, che migrarono nella Repubblica Dominicana nella seconda parte del XIX secolo. Provenivano dalle vicine isole anglofone dei Caraibi, come Tortola, Antigua, St. Vincent e altre, e inizialmente lavoravano come operai e tecnici negli zuccherifici. A Samaná vivono altri discendenti di schiavi afro-americani liberati, che si insediarono nella Repubblica Dominicana nel XIX secolo e che continuano tuttora a praticare la propria religione e i propri riti.
A Constanza, nella regione montuosa centrale, vive una comunità giapponese, mentre nella penisola di Samaná risiedono gruppi di Francesi e Italiani.
La Repubblica Dominicana ospita anche piccole ma vivaci comunità di Libanesi, Siriani e Palestinesi, provenienti dall’impero Ottomano di inizio XX secolo. Lentamente si sono integrati nella cultura dominicana, giungendo anche ad assumere elevate cariche politiche.
Tutti questi gruppi hanno dato un grande contributo alla crescita e alla cultura della Repubblica Dominicana, e questo contributo si riflette nel cibo, nelle usanze e nelle celebrazioni delle varie regioni del paese.
I DOMINICANI OGGI
Per un visitatore è facile entrare in contatto diretto con i Dominicani e apprezzare il loro stile di vita. Benché la modernizzazione e la globalizzazione abbiano modificato lo stile di vita nelle città piccole e grandi, la socievolezza dei Dominicani è rimasta immutata. Cortesia e ospitalità sono valori fondamentali, soprattutto nelle campagne. Per un Dominicano è del tutto normale aiutare un visitatore o un vicino di casa e condividere un piatto di cibo. La cura e l’amore per la famiglia hanno un ruolo molto importante. Recandosi in spiaggia o sulle rive di un fiume nei fine settimana, si possono vedere i Dominicani mentre trascorrono il tempo libero cucinando all’aperto, ridendo e scherzando. La simpatia, l’allegria e il romanticismo fanno parte del DNA dei Dominicani: la vita va condivisa e vissuta pienamente.
TRADIZIONI
Anche se certe tradizioni sono meno comuni nelle città rispetto al passato, quelle che onorano le due feste religiose principali – Natale e Pasqua – sono ancora molto vive, soprattutto nelle campagne, e vengono celebrate in famiglia.
Queste due festività costituiscono un momento simbolico per i Dominicani, che fanno ritorno alle rispettive città e abitazioni d’origine per trascorrerle in famiglia, consumando pasti tradizionali, ballando e rilassandosi.
Il Natale è uno dei periodi più allegri e vivaci dell’anno, secondo solo al Carnevale in febbraio. La festività è particolarmente sentita nelle campagne, dove le famiglie si riuniscono e fanno visita ai propri vicini per mangiare, bere e ballare. Il giorno della vigilia di Natale, un maiale intero viene arrostito lentamente per tutta la notte in una buca nel cortile di casa; le famiglie tengono sotto controllo la cottura mentre ascoltano musica e bevono. La tradizione vuole che si stia svegli a festeggiare fino all’alba, quando la carne è finalmente cotta a puntino.
A Pasqua, l’altro weekend lungo di festa, i Dominicani evadono dalla routine quotidiana, come a Natale. Alcuni preferiscono trascorrere in spiaggia i giorni di festa, ma la tradizione religiosa è viva e vegeta: durante la Semana Santa si va in chiesa il Venerdì Santo e il Sabato Santo, e in questo periodo dell’anno si consumano copiose porzioni di habichuela con dulce, un dessert tipico a base di fagioli dolci.
religione
La maggioranza dei Dominicani pratica la religione cattolica, ma ci sono anche altri gruppi cristiani, come i Testimoni di Geova e gli Evangelisti. Nelle campagne sono ancora praticate varie forme di religioni sincretiche di derivazione africana. Qualunque sia la loro religione, i Dominicani sono persone di fede e credono fermamente in Dio, e questo risulta evidente anche nel loro linguaggio quotidiano.